giovedì 30 giugno 2011

QUINDICI ANNI E MEZZO

Terzo superiore. Quindici anni e mezzo. Esplode il mio amore per la scrittura.
- Cosa vuoi fare da grande?
- Voglio scrivere.

Esce il bando per una borsa di studio con la scuola Holden di Torino.
Quindici anni e mezzo.
La selezione prevedeva di rispondere alla domanda: "Perché ti piace scrivere?"
Ancora ricordo l'emozione, quando la lessi.
Ancora ricordo l'emozione, quando presi la penna in mano ed iniziai a rispondere.
Era la prima volta che mettevo nero su bianco il mio amore per la scrittura.
Era la prima volta che affrontavo direttamente il mio amore per la scrittura.
Era la prima volta che capii quanto fosse vero il mio amore per la scrittura.
Era la prima volta che anche qualcun altro se ne accorse. Mi presero.

Quasi dieci anni dopo, mi imbatto nei testi della Duras.
Mi conquistano. Mi catturano. 
Sono sorprendentemente diretti, per non dire scarni.
Sono sorprendentemente nudi. Vivi. Veri.
La sento vicina. A me. Al mio modo di vedere il mondo.
Ovviamente la sento immensamente grande rispetto a me.
Decido a scatola chiusa di renderla protagonista della mia Tesi di Laurea Magistrale.
Perché con dieci righe è riuscita ad emozionarmi.

Con la curiosità di un'ignorante inizio a cercare informazioni.
Trovo questa citazione, tratta da l'Amante.

"Quindici anni e mezzo [...]voglio scrivere. 
L'ho già detto a mia madre: 
la cosa che voglio è questa, scrivere." 
M. Duras

Mi scende una lacrima.
Non riesco a trattenerla.
Non voglio trattenerla.

Ho deciso di scoprire quest'autrice e compiere un percorso accanto a lei, su di lei. Dieci righe mi sono bastate.
E oggi la commozione che mi ha trasmesso con queste poche parole, è stata la grande conferma che aspettavo.

venerdì 24 giugno 2011

La mediocrità (e non aurea mediocritas)

In un periodo come quello che sto vivendo, costantemente sotto pressione, scossa e sfiorata da infiniti impulsi nei diversi campi della mia vita, mi ritrovo trasportata dagli eventi, podista mio malgrado in una corsa che procede fra ostacoli e scambi di testimone.

Secondi, minuti, ore, giorni, settimane, scorrono rapidi sotto i miei piedi stanchi e ambiziosi.

Una delle cose che ho sempre temuto di più nella vita è "stare nel mezzo". La mediocrità non fa per me. L'ho sempre vista come qualcosa di frustrante, uno sconveniente compromesso da mandar giù. Vale anche per le persone che ho intorno. Non mi piace frequentare persone "mediocri". Cerco sempre amicizie "eccellenti". A leggerla così, posso dare l'impressione di essere una ragazzina snob viziata, in realtà quello di cui parlo, e che ho sempre cercato di fuggire, è la mediocrità intellettuale. Mi piacciono le persone brillanti. Sono attirata da personalità lucenti. Amo l'intraprendenza, la voglia di sacrificarsi, la voglia di raggiungere i propri obiettivi, la determinazione e soprattutto l'intelligenza nel saper fare tutto questo. 
D'altra parte sono sempre stata infastidita da chi vuole a tutti i costi dimostrare di sapere tutto e di saper fare tutto. Odio le persone che si sentono "già arrivate", perché sono fermamente convinta che l'eccellenza si raggiunga con l'umiltà. Non mi piace sentirmi dire "brava" perché ho cercato con prepotenza di farmelo dire, mi piace sentirmelo dire dopo aver fatto un buon lavoro ascoltando gli insegnamenti di chi ne sa più di me.
Per questo quando sto con persone che non conosco preferisco ascoltare piuttosto che prendere in mano le redini della conversazione per elencare le mie doti. Credo nel lavoro sodo, più che nelle parole molli.

Questa era la prima riflessione che mi sentivo di fare, alla luce dei tanti "ciarlatani del sapere"che si autoproclamano tuttologi del genere umano e con cui purtroppo mi ritrovo a relazionarmi.
Ne avrei altre, ma proprio perché devo lavorare sodo, devo rimandare la scrittura ad un altro momento. Le appunto nell'agenda dei miei pensieri, e quanto prima le registrerò in questo diario di stati d'animo.

martedì 7 giugno 2011

PLEASE CHARGE ME

Arrivano i primi segni di cedimento.
Sto perdendo l'equilibrio della concentrazione.
Ho finito il fiato proprio nel momento dello sprint finale.
Come un podista principiante.
Sono invasa da una stanchezza fisica e mentale.
Ho trascorso notti sommersa da fogli e dizionari per passione,
Ho nutrito questa passione con la mia energia
Non ne ho preservata nemmeno un po' per me.
Ho dato tutto.
Anche la mia ansia.
Mi sono intestardita, emozionata, sfiancata. Mai arresa.

Adesso sono esausta.
Ho dato tutto.
Tanto dovrei dare ancora.
Ma non ho più niente.
Vorrei dare di più.
Se solo mi fosse rimasto qualcosa.