mercoledì 17 novembre 2010

LA DOTTORESSA RINGRAZIA...

Un clima scherzoso e allegro reso speciale dalla presenza di tanti amici, il mio nome pronunciato ad alta voce, un corridoio, una sala affrescata ed una commissione di fronte a me; una discussione tranquilla e scorrevole, un brindisi, tanti abbracci e una gioia infinita. 

Ed ora sento di dover ringraziare tutti quelli che lo meritano...

I miei genitori che hanno sempre creduto nel mio potenziale.

Mimmi, perché con me ha toccato il fondo, e credeva come me di non avere le forze per rialzarsi, invece prendendoci per mano siamo rinate, assistendo in sequenza alle sconfitte e alle rivincite l'una dell'altra. Mai lontane, sempre complici.

I miei compagni d'università, caldo rifugio in un momento in cui ho saggiamente optato per una fuga dal dolore, inesauribile fonte d'energia nel momento in cui due potevano essere le mie reazioni agli eventi che mi stavano travolgendo: il cedimento, o la grinta rabbiosa nel voler risalire. E loro, più o meno consapevolmente, hanno saputo affilarmi unghie e denti per affrontare e ridisegnare il mio percorso di vita.
Uno in particolare, che con la sua leggerezza m'ha fatto capire che per ogni addio c'è un benvenuto, che la vita è imprevedibile e che ho tutte le potenzialità per volare alto.

Ringrazio anche chi mi ha buttato in quel baratro circa un anno fa, perché è grazie a lui che ho trovato in me la forza di rinascere dalle mie ceneri, di resettarmi e di compiere quella metamorfosi grazie alla quale sono diventata più forte e più sicura, anche se più diffidente. Lo ringrazio perché sono riuscita a passare oltre e ad essere persino felice perché era presente nel momento della mia laurea, e perché nonostante tutto lo reputo una persona importante, che niente ha a che vedere col passato, perché forse sono io che sono nuova, e un passato non mi sembra più neanche d'averlo.

Ringrazio chi non c'era, ma in realtà c'era più di chiunque altro.

E ringrazio me, per la forza e l'energia che ho speso nel dirigermi dritta e inarrestabile verso questo importante traguardo.

giovedì 11 novembre 2010

L'UNIVERSO A COLAZIONE

Ancora assonnata e con numerosi pensieri in testa, sgomitanti e disordinati, come ogni mattina ho raggiunto la cucina ad occhi semichiusi ed ho preparato il caffè. Stamattina, per essere precisi ho provato la versione solubile "Caffè e Ginseng" così, tanto per sperare in un po' più d'energia, che negli ultimi giorni sta venendo meno, nonostante abbia migliaia di cose da fare, e tutto mi è concesso tranne che fermarmi a riposare.

Preparavo mentalmente i discorsi per la discussione della tesi - che si fa sempre più vicina... oggi siamo a menocinque - quando mi sono resa conto d'avere lo sguardo fisso sul contenuto della mia tazza. Avete presente quando quelle macchioline scure di caffè si spargono disordinate sulla distesa di latte insieme a tante piccole bollicine d'aria che vengono a galla? È in quel momento che ho visto l'universo a colazione! Mi spiego meglio; tutto sommato non è così strana una via lattea nel latte e caffè, ma quelle bollicine d'aria, erano loro a fare il cielo nella mia tazza! Ho visto le costellazioni a me più familiari, nelle loro giuste proporzioni e  nelle loro esatte posizioni... Ho riconosciuto l'esatta conformazione dell'Orsa maggiore, dell'Orsa minore e di Cassiopea. Stelle d'aria in una nebulosa di caffè e un universo di latte. Stelle d'aria più grandi, più piccine, comunque perfettamente inserite in quel microuniverso da bere. E in quell'universo ammetto di essermi persa con meraviglia, tanto che avevo una sorta di rispettoso timore nel consumare la mia colazione, come se stessi compiendo un attentato contro l'infinito.

venerdì 5 novembre 2010

L'ANGELO DELLA SERENITÀ

Ho sognato... una bambina con boccoli biondi e occhi azzurri, due guance paffute di quelle che le morderesti... Credo abbia avuto all'incirca cinque anni. Giocavo felice con lei, le facevo il solletico e lei rideva, rideva a crepapelle, felice. Le ho posato con fare materno un bacio sulla guancia, l'ho messa a letto e le ho rimboccato le coperte. Ho sentito il profumo fresco dell'infanzia e la liscia morbidezza di una pelle non ancora solcata dall'età. Li sento ancora. E la sua risata divertita risuona ancora in me. Era felice, raggiante e si sentiva al sicuro con me. Ho spento la luce della sua cameretta e augurandole la buonanotte.. mi sono svegliata. Mi chiedo chi fosse quella bimba, vedo la sua immagine ancora nitida, chiara come una fotografia, e grazie a quest'immagine mi sono svegliata con un'immensa serenità interiore. Mi chiedo se mai la rincontrerò nella realtà, se potrò ancora vedere quegli occhi che mi guardavano con devozione e simpatia e se potrò ancora sentire quella risata innocente che racchiudeva in sé la Felicità.