giovedì 30 maggio 2013

Cambiamenti.

Giorno dopo giorno, passo dopo passo.
A forgiare un'identità guerriera e inattaccabile.
Puntare alla forza estrema e all'estrema indipendenza.
Allenamenti impietosi per l'anima.
Violenze spietate al cuore.

D'improvviso, constatare il successo dell'operazione.
E rammaricarsene profondamente.

Sbriciolarsi nella propria fragilità.
Vedersi in controluce. 
Trasparenze. 
Filigrane di paure e delicatezza.
Lanciare un grido soffocato.
Debolezza.
Immensa. 
Infinita Debolezza.
Ma nessuno ascolta, ormai.
Nessuno crede alla debolezza di un guerriero.

E così, ritirata nel nido con l'ala rotta,
Aspetto qualcuno che creda.
Che creda nelle armi deposte.
Nel bisogno di un'ala più grande che mi protegga dal temporale infinito dei miei inverni.
Nel bisogno di un'ala più grande che mi sollevi più in alto dei caldi tramonti delle mie estati.

domenica 19 maggio 2013

L'abbraccio della natura

Commovente.
Come le strade sterrate e macchiate di sole e di ombre preservino emozioni e sensazioni di una vita intera.
Come l'odore immutato dell'erba tagliata o il rosso dei papaveri che coraggiosi sbucano nei campi di grano proteggano, fin da quand'ero bambina, le inquietudini e le riflessioni più intime.

Rispettosi custodi del mio vivere altalenante.
Testimoni fedeli delle prime cadute in bicicletta.
Delle prime ferite d'amore.
Di quelle più adulte e feroci.
Delle speranze sfumate nell'impotenza e sfociate nella rabbia.

Lo spazio della riflessione, è il passeggiare con se stessi nella campagna di sempre.
Solcare da anni le stesse strade, eppure trovarle sempre nuove.
Perché sempre nuova è l'inquietudine che ci ha spinto a percorrerle.
Trovarle sempre nuove, eppure sentirsi protetti dal più familiare degli abbracci:
Quello della natura che ci ha visti crescere.
Correre, arrancare, stancarci, gridare, piangere, soffocare.
E rinascere ogni volta, in primavera.