domenica 27 novembre 2011

Pensieri in Ritardo

Scrittura contratta.
Me ne sto rendendo conto.
I miei periodi lunghi si sono infeltriti.
Sarà che mi sta entrando nelle vene il ritmo metropolitano.
I cambi di linea sotterranei ritmati dal tacchettio svelto di chi vive in ritardo non appena apre gli occhi.
Di chi vive il ritardo anche quando è in anticipo.
E allora anche i miei pensieri calpestano veloci le scale ed i lunghi corridoi del pensiero. 
Corrono su nastri trasportatori chilometrici, che terminano bruschi lasciando d'un colpo i trasportati con l'onere di dover camminare che con le proprie gambe. 
Dimezzando la velocità. 
Creando ulteriore ritardo.
Inciampano e cadono rovinosamente quando sono privati inaspettatamente dei loro tapis roulant.
Ed io sono lì a raccoglierli.
O meglio, a raccoglierne i brandelli sconnessi.
Non c'è più tempo per articolare il pensiero. 
Lampi improvvisi e fugaci. Ma densi. Intensi.
Li colgo. Li raccolgo, prima che sfuggano.
Li annoto.
Ma non riesco a distenderli sulla superficie della parola.
Li lancio. Schizzi di vernice fresca e già secca.
Li lancio. Dopo averli raccolti, li lancio. Qui.

sabato 26 novembre 2011

Cristalli di lacrime

Tortura.
Sollievo.
Pace.
Tormento.
Condizione sinusoidale.
Oscillante esistenza.

Non amabile.
Amara e ispida creatura.
Troppo fragile da trasportare.
Troppo pesante da sostenere.

Cerebrale.
Eppure sente freddo.
Gelo acre. Gelo malinconico. Gelo.

Fiorisce la condivisione.
Nell'aridità della solitudine.
Un'illusione.
Risveglio.
Arsura.
Cristalli di lacrime.

venerdì 11 novembre 2011

Primordiale

Credimi, vorrei.
Vorrei liberarti dall'inestricabile groviglio del mio essere.
Vorrei.
Vorrei recidere i vasi dove le nostre essenze si mescolano e comunicano.
Malgrado tutto.
Vorrei.
Ma forse non è possibile.
Forse non vorrei.
Forse non voglio.
Magari non vogliamo.

Elasticità.
Lontananza nel tempo e nello spazio.
Eppure presenza nell'assenza.
Da sempre. Prima, Ora, Poi.

Un'immagine sola legata a te.
Posizione fetale.
L'origine. La calma.
La magia onirica che nel sonno lenisce.
Primordiale.

Sublime arte della pazienza.
Inquietudine e meraviglia.
Sentore d'illusione e speranze di verità.
Vivi, malgrado tutto.

lunedì 7 novembre 2011

Vulcano

Vitalità, intraprendenza, slancio.
Idee, dinamismo, apertura.

Ad ogni momento di nausea e di disgusto corrisponde una crescita. 
Uno sviluppo. Una tensione verso l'alto.
L'ho sperimentato sulla mia pelle. 
Dall'oggi al domani. 
Ho sentito l'invasione di un disagio putrido e maleodorante irrompermi da dentro.
L'ho sentito pervadermi in ogni singola cellula del mio corpo.
Lo sto sentendo evaporare lentamente. Dissolversi nell'aria.

Sono impaziente. Scalpitante.
Le scarpe che indosso sono troppo strette. 
Sono almeno un paio di numeri in meno di quelle che vorrei.
Ci sono stati momenti in cui ho pensato che mi avrebbero mandato in cancrena i piedi.
Momenti in cui ero convinta che mi avrebbero massacrato per la vita.

Momenti in cui avrei voluto strapparmele a morsi, ma sarebbe stato come addentare una lastra d'acciaio inossidabile: avrei sentito l'atroce stridio dei denti sulla superficie gelida e impenetrabile. Ed oltre al podologo avrei avuto bisogno anche di un bravo dentista.

Devo sbarazzarmi della "cendre latine" e della "poussière greque", caro Charles, e forse tu potrai capirmi.

Un potente aspirapolvere. Il migliore in commercio. S'il vous plaît.
Non sia mai che le rinneghi. Anzi, le rispetto. 
Ma "cenere" e "polvere" non sono esattamente le parole chiave per il mio futuro.


Se dovessi usare una parola per la mia vita ora? Vulcano.

Tremblements de terre, ebollizione di pensieri, tentativi di controllo. 

Esplosioni di rabbia e di idee en même temps.

Lava che cola sul mio corpo. Brucia. Ma mi fa sentire viva.
Amerò queste ustioni. Amerò quelle cicatrici.


Ho voglia di correre verso la meta. Ho voglia di trovare la mia strada. Le mie strade.
Sono molteplice. Sempre lo sono stata. Sono estrema e molteplice.

Temo che dal mio tutto non riesca a tirar fuori niente.
Temo. Ma so che non sarà così. 

Perché fino ad ora, anche quando temevo il niente, tutto è arrivato.
Perché del niente non mi accontento.
Ed è proprio quando la crainte del niente si fa insostenibile, che riesco ad attingere al tutto.

Oggi ho pensato di "classificarmi".
Per ruspare in mezzo al tutto. Alla ricerca della razionalità e della logica che tanto amo.

Mi sono detta: "Quali sono le prime 3 parole che ti vengono in mente se pensi a te e a quello che vuoi?".
Senza pensarci. Le prime tre.


Scrivere.
Francia.
Make up.




C'est bizarre.
La terza poi, in rapporto alle altre due, sembra una chute de style senza pari.
Eppure lo so, troverò il modo di combinarle tutte e tre. Per farne il mio futuro.




(Beh di certo non scriverò un libro sulla Ville Lumière con l'eye liner, anche se sarebbe quantomeno originale.)