venerdì 9 dicembre 2011

Paura di Me

Ho sempre amato la solitudine per la squisita introspezione alla quale mi sottoponeva.
Il vagabondaggio dei pensieri anestetizzati ed energici.
La riflessione pura nell'atemporalità.
Il flusso inesauribile dei concetti che si alimentano l'uno con l'altro.
Il dialogo della razionalità e dell'emotività. La lotta e la tregua. Lo scambio. L'influenza.

Ora mi temo.
Ho paura di pensare.
Razionalità ed emotività si sono fatte enormemente potenti. Ed io sono un arbitro debole.
I pensieri mi erodono e mi sfiniscono senza tregua.
Non mi arricchiscono; mi consumano.
Non si alimentano, non dialogano; si sovrappongono.
Voci dissonanti che urlano parole sconnesse nello stesso istante. Un'atemporalità divenuta puntuale.
Sincrono stridente.
Non mi rassicurano più, i miei pensieri.
Non mi rassicura più, la solitudine.
Mi fa paura. Mi fa paura pensare.

Sto scrivendo per non pensare.
E ad ogni punto, ad ogni pausa, ad ogni esitazione nella scrittura, sento un pensiero maledetto che si affaccia prepotente e viene ad insinuarsi nelle pieghe di queste righe.
Esorcizzo scrivendo.
Non posso smettere, devo continuare, per non restare sola.
Devo farmi coraggio e non pensare.
A quello che sto facendo, a quello che farò, a chi sarò, con chi.
Non devo cedere a questo inferno.

Sono esausta.
Sono tremendamente esausta.

C'è un punto in cui le aspirazioni da perseguire si fanno troppo alte e comportano rinunce troppo grandi.
C'è un punto in cui la differenza tra chi va avanti e chi si ferma è quello che si è disposti a perdere.
Ridimensionare gli obiettivi, non è fallimento. Ridimensionare gli obiettivi, non è incapacità di raggiungerli.
Ma forse solo sapersi fermare anche quando ci si potrebbe spingere oltre.
Perché la vita segue le leggi del contrappasso. Se da un lato dà tanto, dall'altro toglie altrettanto.
Sono alla ricerca dell'equilibrio.

Non voglio abbassarmi troppo, ma nemmeno bruciarmi le ali.

Eppure mi sento inetta. E la stima che gli altri hanno nei miei confronti mi spaventa.

Perché non capisco da dove venga, se la merito veramente.
O se fino ad ora mi sono solo mostrata degna di averla, ma in realtà c'è il vuoto.
E prima o poi questo vuoto si riempirà delle parole deluse e amare di chi mi volterà le spalle sdegnato.

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