sabato 4 febbraio 2012

Onirismo Parigino

Sublime alienazione.
Unheimlich.
I trottoirs affollati della ville lumière che calpestavo a passo veloce e deciso, il parlottio sommesso nei café accompagnato dal tintinnio inebriante dei bicchieri e del vino, i colossali monumenti di una città leggendaria che finché non te li trovi davanti sembrano relegati a mera dimensione iconografica... Tutto questo è di nuovo avvolto in quella fitta nebbia onirica, in quell'aura magica che solo pochi luoghi custodiscono in sé.
Rincorro la mia immagine per i boulevards di Parigi: la seguo tra piccole boulangeries mentre ad occhi chiusi respira l'odore del pane caldo; la rimprovero teneramente mentre cede alla meraviglia delle golose creazioni della pâtisserie francese; sento la sua fatica impaziente nel salire i gradini della Tour Eiffel, di Notre-Dame e dell'Arc de Triomphe; la perdo di vista mentre sconfortata cerca pace fra le sculture del musée Rodin; la ritrovo nell'energia di un salto su pont Alexandre III.
La rincorro. Ma non riesco ad afferrarla. Come se avessi dormito per cinque mesi, la realtà si confonde col sogno, il sogno si confonde con la realtà. E la nebbia cala. Insieme alla neve straordinaria che ha accolto il mio rientro in Italia.
Mi sembra d'aver sognato. Ma intorno a me tanti indizi mi suggeriscono d'esserci stata veramente. Mappe della città, boîtes à biscuits e tante persone che mi chiedono: "com'è stato il rientro?".


Ti guardo in foto e ancora sorrido incredula.
Ero proprio io lì con te?
Ciao Paris.

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