domenica 19 maggio 2013

L'abbraccio della natura

Commovente.
Come le strade sterrate e macchiate di sole e di ombre preservino emozioni e sensazioni di una vita intera.
Come l'odore immutato dell'erba tagliata o il rosso dei papaveri che coraggiosi sbucano nei campi di grano proteggano, fin da quand'ero bambina, le inquietudini e le riflessioni più intime.

Rispettosi custodi del mio vivere altalenante.
Testimoni fedeli delle prime cadute in bicicletta.
Delle prime ferite d'amore.
Di quelle più adulte e feroci.
Delle speranze sfumate nell'impotenza e sfociate nella rabbia.

Lo spazio della riflessione, è il passeggiare con se stessi nella campagna di sempre.
Solcare da anni le stesse strade, eppure trovarle sempre nuove.
Perché sempre nuova è l'inquietudine che ci ha spinto a percorrerle.
Trovarle sempre nuove, eppure sentirsi protetti dal più familiare degli abbracci:
Quello della natura che ci ha visti crescere.
Correre, arrancare, stancarci, gridare, piangere, soffocare.
E rinascere ogni volta, in primavera.

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