mercoledì 7 settembre 2011

SOTTOVUOTO

Maglioni e pensieri in sottovuoto.
Nonostante i secondi pesino molto più dei primi, dovrei essere nei limiti consentiti.
Ormai le valigie sono chiuse.
L'Italia la rivedrò tra circa cinque mesi.
Domani è il mio ultimo giorno qui.
Dopodomani volerò verso uno dei primi sogni della mia vita.

Fra i banchi di scuola mi sembrava un'impresa colossale ed irraggiungibile.
Fantasticavo sui grandi nomi del passato che percorrevano le austere sale della Sorbona.

Oggi, è un piccolo tassello da aggiungere alle mie esperienze e alla mia formazione.
A piccoli passi ho percorso le mie strade. Mi sono prefissata delle mete intermedie. Tante ancora ne dovrò raggiungere.

Eppure una di queste mi vedrà arrivare tra due giorni.
Si chiama Parigi. Si chiama Sorbonne.

Ne sto prendendo coscienza in questo momento.
I miei nervi tesi si stanno lentamente rilassando.
Lentamente dalla testa, alle spalle, fino alle braccia, il busto e le gambe, la tensione mi sta abbandonando.
Le tensioni mi stanno abbandonando.
Sto riprendendo in pugno le mie emozioni.
Quelle che avevo cercato fino a questo momento di reprimere e dominare, in favore di una concentrazione assoluta che non potevo permettermi di perdere.

E proprio ora, in questo processo lento e graduale di distensione, assaporo la realtà che mi aspetta. Realizzo che si sta aprendo una nuova pagina della mia vita, da riempire di sfumature e contrasti.
Percepisco i timori e l'impazienza. Le aspettative e le potenziali delusioni.

Ma soprattutto prendo coscienza che non si tratta più di un nome in testa ad una graduatoria. Ma di me in una nuova città, in una grande università.

Rivedo le scene dell'ultimo mese che ho trascorso. Un concentrato di eventi che si confondono e si accavallano. La difficoltà nel tenere le redini di una vita che sembrava solo voler andare a briglia sciolta:

- L'ostilità di un mondo eccessivamente macchinoso e privo di ogni senso di logica, spaventato dal pensiero ed ancorato a procedure assurde.
- Volti che mi erano vicini e mi dimostravano amore che d'improvviso sono evaporati lasciandomi l'amaro di un addio che non ho potuto nemmeno metabolizzare.
- La sensazione d'aver perduto tutto, e la serenità nel constatare un esplosione di affetti disposti ad accorrere in mio soccorso per scaldarmi il cuore e portarmelo in salvo ad ogni costo, con l'obiettivo di farlo arrivare integro a questa nuova esperienza.

In questo momento di riflessione vorrei abbracciare chi ha avuto il coraggio, la pazienza, la voglia, il desiderio di starmi accanto. 
Chi mi ha vista piangere, nascondere le lacrime, ridere, e far finta di ridere. 
Chi mi ha vista far finta di niente quando mi sentivo morire dentro e pur capendolo è stato al mio gioco. 
Chi mi ha vista far finta di niente quando mi sentivo morire dentro e mi ha tirato fuori dall'anima i fantasmi più terrificanti stipati nelle pieghe del mio cuore.
Chi mi ha donato la luce per incoraggiarmi ed illuminare il mio cammino.

2 commenti:

  1. Cara Melissa,
    che dire...in bocca al lupo! Un'esperienza così va vissuta in pieno, perciò non voltarti indietro. Le risposte arriveranno col tempo!
    Baci

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  2. Cabi, grazie tante, crepi il lupo! Cercherò di vivere ogni giorno al massimo!! :)

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