giovedì 2 dicembre 2010

"CHE SINTOMI HA LA FELICITÀ?"

Tante volte siamo così occupati a ricercare soluzioni ai nostri mali, che ci sfugge il bene anche quando è sotto ai nostri occhi. Non facciamo altro che dare importanza alle persone che ci causano malesseri, malumori, e tutto quanto comincia col prefisso mal- . E il buonumore? E lo stare bene? L'essere sereni, felici, respirare la libertà e l'allegria? Spesso ci facciamo scrupolo di vivere questi sentimenti, quasi fosse una vergogna, quasi fosse necessario mostrare agli altri di non stare troppo bene, come se ci si dovesse giustificare con un mondo oppresso da sentimenti cupi quando facciamo cose che ci fanno sorridere e ci mandano a dormire col cuore leggero. Quasi la felicità fosse una colpa, un reato da nascondere e occultare. Bisogna sempre mostrarsi superindaffarati, superstressati, superansiosi e superdicorsa. Divertirsi ma non troppo. Ma chi l'ha detto?
Cerco di sganciarmi da questa gabbia di preconcetti, cerco di non vergognarmi delle mie felicità, al contrario di coltivarle. E se musi lunghi e tenebrosi guardano di sottocchio e con disprezzo il mio essere raggiante e attiva, beh peggio per loro che non riescono a coltivarsi la propria felicità, e vivono nell'infelicità augurando la stessa loro condizione agli altri. Ho tante persone che mi vogliono bene, ed ho deciso di curare a fondo ogni rapporto che merita di essere approfondito. Con spensieratezza ed intelligenza. Come sempre. In questo periodo come non mai vedo intorno a me un affetto enorme ed io non lo respingo, al contrario lo accolgo. Non mi importa se devo spostarmi ogni giorno in un luogo diverso. Non importa. Gli spostamenti fanno parte della vita. Sono percorsi da esplorare. Da vivere. Voglio tenere in mano le redini della mia vita, segnare il mio percorso ed essere dinamica, perché il dinamismo è la vita e la staticità è la morte. Sono viva. Sono viva ed ogni mia cellula deve testimoniarlo. Perché nessuno può sapere per quanto ancora potrà vivere. E qualcuno è morto già senza accorgersene. Vivere, vita, quante volte l'ho ripetuto in queste poche righe? Non è un caso. Anche le parole devono essere animate e dinamiche, esprimere la vitalità di chi le scrive.
E così allontano da me tutti coloro che gettano anche un solo filo d'ombra sulla mia esistenza, ed accolgo con entusiasmo tutti quelli che la addobbano con colori sgargianti e luci di serenità.
Ho bisogno di volare in alto come quei palloncini d'elio che sfuggono all'ostaggio dei bambini alle fiere.
Finalmente mi sento pronta anche per questo nuovo periodo della mia vita.

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