sabato 13 febbraio 2010

LA TAVOLOZZA DEI CONTRASTI


Il distacco che mi ero imposta, la necessità di frappore un vuoto tra me e le emozioni sono sfumati nell'intensità devastante dei sentimenti contrastanti che ho dentro di me.

Una miscela esplosiva di odio, di amore, di rancore e di interrogativi mi hanno di nuovo legata e violentata.
Sbraitavano uno contro l'altro dentro di me e sono dovuti uscire per non farmi esplodere.

Mai visti l'amore e l'odio così vicini. 
Mai sperimentato così da vicino l'odi et amo catulliano.
Un indelebile marchio a fuoco sul cuore. Un dolore lacerante. 

E così mi sento inondata dal veleno. Mi percorre le vene al posto del sangue, mi sgorga a fiotti dalla bocca e vorrebbe essere sputato addosso a chi me l'ha fatto generare così copioso in corpo. E pensando a questo vedo mescolarsi il bordeaux, il nero e il blu notte.

E allo stesso tempo vorrei uno sguardo, un abbraccio, un bacio e un risveglio da questo stato di coma nel quale ormai sono assopita da tempo, e dal quale non riesco a risvegliarmi.
E pensando a questo vedo un bianco sfumato da tonalità pastello che vanno dal rosa al celestino passando per il lilla.

Devo rialzarmi. Devo scrivere la mia vita come scrivo questi frammenti di pensieri. Devo afferrare in mano la penna del destino e tracciare sui fogli della mia essenza quello che per me è più giusto.

Devo smettere di provare sentimenti di ogni tipo per chi non ne ha più da offrire per nessuno.
Per riuscirci devo svegliarmi ogni mattina, prendere la vecchia cancellina a rotella della scuola e cancellare una riga del passato, per poi afferrare il gessetto del presente e scrivere una nuova riga.
Così ogni mattina, finché l'ultima vecchia riga sarà cancellata. 
Finché non ci sarà più traccia di odio, di amore, di rancore e di interrogativi. 
Ma solo un sorriso. E l'oblio.

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