domenica 21 marzo 2010

NON HO PIU' LA FORZA. SOLO PER QUESTO CI STO

Prendo coscienza di quanto sia assurda la fase della vita sentimentale che sto vivendo in questo momento.
Mi rendo conto che ho accettato di viverla così perché ne traggo un senso di quiete che mi riporta ad una normalità del passato che rasserena il mio cuore; ma è una normalità costruita, architettata e misurata, una farsa e nient'altro. E proprio perché è finzione capisco che la serenità che mi dona è altrettanto finta, e che una volta che questo equilibrio mendace verrà distrutto i danni che lascerà saranno ancora più distruttivi. Forse è meglio soffrire lontano dalla persona che amo, piuttosto che essere illusioramente serena standogli accanto in un modo che non è quello che vorrei.
Del resto penso che se lui mi dice che vuol stare da solo, poi mi cerca ogni giorno, debba fare i conti con le sue irrazionalità in modo serio e definitivo.
Se vuol stare da solo che ci stia davvero, io in questo momento mi sento solo un tappabuchi che colma i momenti di noia nell'attesa che arrivi qualcun'altra a farlo innamorare. Porto sulle spalle un ruolo indefinito, ricevo un trattamento affettuoso, a tratti passionale, tenero e confidenziale, ma non posso pretendere nulla, non devo pretendere nulla. Sono solo una valvola di sfogo per i momenti in cui sente il bisogno di manifestare affetto a qualcuno, per i momenti in cui gli amici non ci sono e si sente vuoto e annoiato.
Sono un tappabuchi anche per i suoi pensieri. Evidentemente avverte la necessità di avere nella testa una persona a cui telefonare, con cui vedersi e trascorrere pomeriggi tranquilli e spensierati, con cui condividere i racconti delle sue giornate, con cui ridere e scherzare. Lui sa bene che in me può trovare tutto questo, per cui pur volendo stare solo non vuole rinunciare a me, e così mi tiene al guinzaglio, e io ci sto perché non ho più la forza di oppormi a nulla, non ho più la forza di discutere, non ho più la forza di sentirmi dire "non so che voglio", non ho più la forza di sentirmi dire "io da solo sto bene", non ho più la forza di piangere.
Ci sto per non rompere quel falso equilibrio. Ci sto per non farmi male ancora.
Ma in realtà so benissimo che così presto o tardi finirò per ferirmi a morte.

3 commenti:

  1. Mi è piaciuto molto quanto da Lei scritto nel marzo 2010 . L'ho letto dopo due anni (oggi 17 marzo 2012) e l'ho ripreso sul mio blog www.pileum.blogspot.com
    Complimenti e sinceri auguri.

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  2. La ringrazio molto. Nel marzo 2010 mi trovavo di fronte un periodo di emozioni particolarmente intense e contrastanti. Questo blog è stato uno strumento per razionalizzarle ed affrontarle in modo quasi viscerale. Scriverle e rileggerle è stata l'occasione per dar loro la giusta dimensione.

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  3. Scrivere fa riflettere molto di piu' ed aiuta ad approfondire i vari problemi,timori,incertezze della vita.Oggi tutti hanno scritto sull'aggressione dell'allenatore Delio Rossi al giovane calciatore giocatore della Fiorentina Ljajic che lo avrebbe offeso con le parole sul campo di gioco. giovane serbo. Il Corsera , a firma di Emanuele Trevi ,ha scritto un titolo enigmatico " Delio e la grande famiglia dei nevrotici", concludendo l'articolo "CERTE VOLTE CI SI SENTE SUPERIORI SOLO PERCHE' ANCORA NON SI E' INCONTRATO IL PROPRIO LJAJIC " . Le aggressioni( in mondovisione ) sono sanzionabili sia sportivamente che giuridicamente. Prima di schierarsi dall'una o dall'altra parte dovrebbero essere considerate le provocazioni reciproche , le regole comportamentali e le leggi vigenti in Italia.Il codice penale nell'articolo 393 dispone che ... " Chi si fa arbitrariamente ragione da sè medesimo usando violenza o minaccia alle persone , è punito, a querela dell'offeso, con la reclusione fino a un anno".
    Credo che se il giocatore ha offeso con le parole il suo allenatore, quest'ultimo non può diventare arbitro di se stesso scagliandosi con i pugni sul viso di un giocatore. Non credo che Lei abbia voglia e tempo di occuparsi del sempre più caotico mondo del calcio. Come cittadino e padre dico soltanto che i cazzotti non sono mai stati esempi pedagogici per l'insegnamento e la formazione dei giovani !!

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