venerdì 5 marzo 2010

SENTO FREDDO

E' un po' di tempo che non scrivo più.
Forse perché mi sto lentamente raffreddando.
Diventando sempre più insensibile al mondo esterno per cercare di difendermi come posso, lascio poco spazio alle emozioni, e quindi la scrittura diventa un processo molto più difficile se carente della sua materia prima.

Ogni giorno che passa mi sento affievolita.
Ogni giorno che passa vedo la realtà intorno a me con più distacco.
Ogni giorno che passa mantengo una "distanza di sicurezza" maggiore dalle persone che ho intorno.
Ogni giorno che passa mi disinnamoro. Delle persone in generale. Delle cose che mi circondano.

Mi disinnamoro per non avere aspettative. E così comincio a sentirmi ogni istante più vuota, come se abbandonassi per strada un pezzetto di me, come se l'indifferenza sostituisse un pezzetto dell'ardore con cui vivevo le mie emozioni.
Sento sempre più freddo.
Vedo volti noti e riservo loro il trattamento che si riserva agli sconosciuti, quella cortesia disinteressata che per educazione si mette in scena quando li si incontra.
Mi mostro disponibile e gentile, affabile e gioiosa. Recito anche bene tutto sommato. Ed il fatto che sappia recitare bene è indice di poco coinvolgimento.
Mi sto allontanando da ogni tipo di affettività in modo naturale. Ogni tanto qualche fiammella incendia il mio animo per una frazione di secondo, ma mi affretto a prendere un estintore e smorzarla sul nascere.
Sto ergendo intorno a me uno scudo impenetrabile. I miei occhi, dai quali un tempo si leggeva ogni repentino cambiamento d'umore, sono ora capaci di celare uno ad uno tutti i miei pensieri.
Sto diventando abile nel destreggiarmi in questo mondo spietato.
Sto imparando a ricevere da tutti e non dare niente a nessuno.

In questo processo di cambiamento che sta maturando in me vivo momenti alternati di esaltazione e disperazione, intervallati da una totale assenza di interesse per le persone che ho intorno. In quei momenti mi sento cullata da un baratro oscuro, vedo le immagini di persone che reputo importanti svuotate della loro importanza, come burattini inanimati, fantocci che in passato facevano parte della mia vita ed avevano un posto nel mio cuore di cui ora ne resta solo un involucro plastificato ed informe, abbandonato a terra, sgualcito e calpestato.

Forse sto guarendo.
Forse sto rinunciando.


Sento freddo. E dopo essermi bruciata così tanto, tutto sommato non mi dispiace.

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