giovedì 14 gennaio 2010

EFFIMERE SENSAZIONI PSEUDO-EMOZIONALI




“nella buona e nella cattiva sorte;
nella ricchezza e nella povertà;
nella malattia e nella salute;
finché morte non ci separi”




È una formula sentita e risentita. Proprio per questo forse non ci si sofferma neanche a coglierne il significato con la serietà che meriterebbe.

Molte persone la pronunciano. Molte persone la rinnegano dimenticando di aver coscientemente asserito “finché morte non ci separi”. Non è una di quelle frasi che si scambiano gli adolescenti via sms. E’ una frase con un valore enorme e una volta detta non si può disdire come un appuntamento dato a un amico al quale non abbiamo voglia di presentarci.
Eppure succede. Quando si dice quel “per sempre” pochi lo fanno perché realmente convinti di assumersi la responsabilità di quello che dicono. Forse perché sempre più spesso non si sposa la persona che si vuole accanto Per Sempre, ma quella che si ha accanto nel momento in cui si sente la necessità di sposarsi.
In una società ridondante e sovraccarica di stimoli si fatica a riconoscere qual è la persona della propria vita, e si pensa che se ne può sempre trovare un’altra… Migliore? Peggiore? Non importa; basta guardarsi in giro per strada. Basta accendere il computer, connettersi a Facebook e chiedere amicizia a centinaia di migliaia di persone. Non ci sono più le persone in carne ed ossa, i loro pensieri, le loro paure, le loro ambizioni, le loro emozioni. Ci sono i “profili”.
L'amore si confonde con la tecnologia.

Si acquista un oggetto con l’idea che sia grandioso, che è quello che si vuole davvero, ma rimanendo sempre in allerta perché presto sarà in uscita una versione aggiornata che forse piacerà di più. O forse no. Magari è solo “più nuova”. E non importa se con la versione aggiornata si perdono ore a cercare di capire come funziona e ogni tanto si rimpiange il modello precedente così semplice e immediato.
Così con le persone. Un bombardamento multi direzionale confonde gli uomini e li aliena dai sentimenti veri, per sotterrarli con una valanga di effimere sensazioni pseudo-emozionali.
Servono strategie di marketing anche per il cuore. E così si finisce tra le braccia di chi è più convincente, non del Vero Amore.
Lontani dalle distrazioni odierne, nella semplicità di un tempo, si riconosceva il diamante dal fondo di bottiglia, e una volta trovato si era pronti a difenderlo e ad averne cura. Se ne venerava la rarità. Adesso ogni pietra preziosa è nascosta da montagne di oggetti identici fra loro ma senza valore. Qualcuno ha voglia di scavare, qualcun altro si ferma al primo strato. Qualcuno trova il diamante poi se lo lascia scivolare dalle mani e prosegue pensando di potersi imbattere in altri tagli più grandi e luminosi quando e se ne avrà voglia, per poi magari finire ingannato dal più grande e luminoso fra i fondi di bottiglia.

Eleviamo il piano affettivo e distinguiamolo da quello materiale.
Recuperiamo l’essenza del vero sentimento.
Recuperiamoci, come Esseri Umani.

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