domenica 10 gennaio 2010

L'ABISSO E IL VENTO


Spaventoso l'abisso.

Spaventoso e profondo.
Profondo e enigmatico.
Enigmatico e complicato.
Complicato e labirintico.




Leggero il vento.
Leggero e banale.
Banale e immediato.
Immediato e semplice.
Semplice e lineare.




Facile vivere al vento. Difficile vivere nell'abisso.
Io sono una creatura che abita gli angoli più reconditi del pensiero. Non si spaventa nel buio e nella profondità. Si orienta con agilità e diffida sempre delle brezze leggere, delle folate violente, degli uragani devastanti.
Il vento demolisce. Distrugge e sparge per il mondo le nostre costruzioni. Impegno e dedizione. Sentimenti e progetti.
La prima divinità che sbuffa annoiata sopra di te ti lascia nudo ad arraffare in giro brandelli luridi per coprire la pelle congelata dal dolore.
Com'è caldo nell'abisso. Com'è rassicurante saper guardare dentro. Dentro le persone, gli occhi, il mondo. Com'è bello sentirsi colmi e massicci. Com'è bello sapere di avere un peso che non ci fa svolazzare nei cieli della banalità. Non vuoti e leggeri, disposti a farci trasportare dal primo maestrale contro la nostra volontà. Non impotenti e inermi lasciando il vento scegliere per noi, perdendo occasioni e colmandoci di quello che il caso sceglie al posto nostro.
Piuttosto consapevoli.
Consapevoli nel saper riconoscere chi vive nella profondità quanto noi e chi è un contenitore di elio che svolazza portato dalle correnti della superficialità.
Consapevoli anche di soffrire e svenire dal dolore.
Ma consapevoli di essere vivi.

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